Attualmente in ristrutturazione Riapertura prevista nei prossimi mesi
CASTELLO
DELLA RANCIA
TOLENTINO MUSEI CIVICI
Luogo
Contrada Rancia S.S. 77 Tolentino MC – ITALY
Info, prenotazioni e visite
info@tolentinomuseicivici.it
Orari
Maggio/Settembre lunedì chiuso
dal martedì alla domenica 10.30 -13.00 / 15.30 -19.00
Ottobre/Aprile
martedì, mercoledì 14.30 -17.00 dal giovedì alla domenica 10.30 – 13.00 / 14.30 – 17.00
STORIA
Fiero, possente, maestoso, da più di settecento anni il Castello della Rancia è il fido guardiano della vita e dei viandanti della media valle del Chienti e ci racconta storie di battaglie, castellani, donzelle, condottieri e soldati, monaci e contadini, principi e baroni. Il suo nome si deve probabilmente al fatto che la costruzione originaria si ispira alle vicine grance dei Monaci Cistercensi che all’Abbadia di Fiastra avevano realizzato magazzini per la conservazione dei cereali. Una romantica ipotesi, mai suffragata da documenti ufficiali, lo collega al fatto che all’interno del suo cortile vi fosse un aranceto. Dimora signorile, masseria, fortezza militare: il Castello ha avuto ed ha tante funzioni, sempre in simbiosi con il territorio che lo ospita. Oggi è luogo di visita tra i più rilevanti della Regione e un importante contenitore culturale: ospita il museo archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, l’esposizione permanente sul Musical della Compagnia della Rancia e mostre temporanee. Vi si svolgono in ogni stagione spettacoli e concerti, appuntamenti fieristici, festival e rassegne.
La costruzione fu voluta da Rodolfo II Varano che probabilmente voleva realizzare sia una dimora per la sua famiglia dove passare alcuni periodi dell’anno, sia una fattoria dove conservare granaglie e frutta ma anche per avere un primo avamposto fortificato per controllare i suoi territori e l’importante via di comunicazione dove transitavano merci e pellegrini. Nell’area era presente una casa-torre appartenente probabilmente a un piccolo feudatario. Rodolfo affidò a Andrea Beltrami da Como e Tommaso Berottini di Pollenza il compito di “fabricare costruere et fabricari facere palatium Arancie in loco castellaris Butini”. I lavori di trasformazione durarono circa quattro anni, dal 1353 al 1357. Secondo alcuni studiosi è plausibile che l’edificio preesistente fosse più grande dell’attuale e che avesse intorno un fossato verosimilmente alimentato dal vicino fiume Chienti. Della costruzione originale probabilmente rimane solo il Mastio, la torre centrale, alta circa 25 metri, originariamente più bassa e poi innalzata per garantire una efficace difesa a 360° dell’intero castello.
Passato più volte di proprietà, dai Varano allo Stato Pontificio, nel 1581 il Castello divenne possedimento dei Gesuiti. Nel 1773, a seguito della soppressione dell’Ordine, fu concesso in enfiteusi da Papa Clemente XVI al Marchese Caucci di Macerata e, alla sua morte, ai Marchesi Bandini-Collaterali.
Nel 1782, Pio VI tornando da Vienna sostò nei pressi del castello (un arco trionfale fu eretto per l’occasione) e concesse il Castello e tutti i beni dell’Abbadia di Fiastra al Marchese Alessandro Bandini. La proprietà rimase ai Marchesi Bandini fino al 1973, anno in cui il Castello fu acquistato dal Comune di Tolentino.
Il Castello della Rancia è oggi un importante contenitore culturale: ospita il museo archeologico “Aristide Gentiloni Silverj” e l’esposizione permanente sul Musical della Compagnia della Rancia e importanti mostre temporanee. Vi si svolgono in ogni stagione spettacoli e concerti, appuntamenti fieristici, festival e rassegne.
Il Castello fu centro di numerose battaglie e vicende militari: nel 1377 vi avvenne un accanito combattimento tra Rodolfo, che sconfitto dovette lasciare Tolentino, e i capitani fiorentini Conte Luzzo e Giovanni Acuto; agli inizi del 1400 fu teatro di uno scontro epico tra le truppe di Braccio da Montone e le truppe fermane del Migliorati. Nelle sue sale, nel 1422, fu stipulata una tregua tra Bianca Maria Sforza, moglie di Francesco che voleva riconquistare la Marca, e Niccolò Piccinino che rappresentava il Papa.
L’evento militare più importante è la Battaglia della Rancia del 2 e 3 maggio 1815.
Battaglia del 1815
La Battaglia della Rancia viene considerata da alcuni storici il primo scontro combattuta per l’indipendenza italiana, vero e proprio esordio del Risorgimento. Si scontrarono nei pressi del Castello le truppe guidate dal Principe Gioacchino Murat, Re di Napoli, cognato di Napoleone Bonaparte (che proprio a Tolentino, a Palazzo Parisani Bezzi, aveva firmato un importante Trattato di Pace con la Santa Sede nel 1797) e l’esercito austriaco comandato dal Barone Federico Bianchi. Murat ne uscì sconfitto, sembra per un errore tattico causato di un dispaccio non rispondente a verità, per cui Murat schierò le truppe formando i celebri “carrè” senza però l’ausilio della cavalleria. Le fasi salienti della Battaglia di Tolentino vengono ricostruite nella Rievocazione storica che si svolge ogni tre anni. Per due giorni oltre cinquecento rievocatori, provenienti da tutta Europa, allestiscono i loro accampamenti, indossano le divise dell’epoca, fanno rivivere la vita dei soldati e cavalieri ottocenteschi, le loro tecniche militari, sparano a salve con cannoni e moschetti, consentendo allo spettatore una esperienza unica.
STRUTTURA
Il castello è composto da una cinta merlata con difesa piombante rafforzata da due torri angolari a pianta quadrata. Era circondato da un fossato sul quale calava in ponte levatoio, poi sostituito da un ponte in muratura con colonnine angolari con merlatura ghibellina.
Ponendosi di fronte al castello, a destra si scorge il campanile della cappellina barocca, eretta dai Gesuiti, mentre a sinistra troviamo la torre deputata alla difesa della parte orientale della valle. L’ingresso al castello avviene attraverso la porta principale, difesa da un rivellino a due piani con piombatoie e guardiole. L’ingresso più interno era protetto da una saracinesca di cui si vedono ancora le scanalature di scorrimento. Il ponte levatoio era del tipo a leva e contrappeso inferiore, costruito per collegare la parte in muratura del ponte con l’ingresso. A sinistra troviamo l’ambiente destinato al corpo di guardia mentre a destra c’è il piano seminterrato del mastio, con due feritoie a bocca di lupo, forse le segrete del castello.
Il mastio è a basa quadrata, largo 10 metri per ogni lato. Per salire sui quattro piani di cui i primi tre con volta a crociera, una scala a chiocciola in pietra arenaria e nella parte sommitale in laterizio. Al secondo piano l’ambiente più importante, dove probabilmente alloggiava il “granciaro”, con la volta con costoloni a quattro vele principali e impostata su peducci ascrivibili all’architettura francese borgognona-cistercense. La stanza è attrezzata con un pregevole camino.
Tutti i piani superiori sono muniti di finestre a sedile che permettevano contemporaneamente l’illuminazione, la visuale e la difesa. L’interno della scala a chiocciola è attrezzato con feritoie da archibugio e più tardi da moschetto ad avancarica. Ancora visibile l’intervento originario sulla cortina con funzione di difesa con la costruzione dei camminamenti di ronda, dei merli e delle caditoie.
Entrando nel castello, il cortile interno con a sinistra l’ingresso del corpo di guardia e delle stalle e a destra l’antico pozzo. Al primo piano alloggiavano il castellano e la guarnigione. Un ampio scalone consente di raggiungere sia la cappellina, sul portale troviamo lo stemma dell’Ordine dei Gesuiti, che l’attuale auditorium. L’ala ovest è quella più vetusta, seppur con cortina rimaneggiata, si notano due portali in cotto in stile tardo duecentesco. Nel cortile è possibile visitare l’antica “neviera” utilizzata per la conservazione delle derrate alimentari ed è visibile l’ingresso ad un cunicolo, probabile via di fuga.
DA VISITARE ALL’INTERNO
Museo del Mesolitico
Il Castello ospita il Museo del Mesolitico “Attorno al fuoco 10.000 anni fa” un emozionante viaggio alla scoperta degli ultimi cacciatori-raccoglitori europei nell’epoca del Mesolitico.
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